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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

martedì 10 maggio 2016

Ma nel M5S respirano: “Bene il primo test nelle urne”

È stato solo un primo test, però vale già un sospiro di sollievo: “A Bolzano abbiamo preso sei consiglieri, l’effetto Nogarin nelle urne non c’è stato”. Pensano positivo dentro i Cinque Stelle. Però sperano che il caso del sindaco di Livorno sparisca presto dai titoli. Perché è vero, vertici e parlamentari stanno dalla parte dell’ingegnere, e anche la base pare in grande maggioranza con Nogarin, a leggere il web. Tuttavia, meglio non esporsi troppo, perché c’è un’indagine aperta e sui motivi dell’avviso di garanzia non ci sono certezze. Se Nogarin fosse effettivamente indagato per l’assunzione di 33 precari della municipalizzata dei rifiuti, “benedetta” dai vertici, il M5S rimarrebbe con lui. Ma se spuntassero altri elementi, il quadro potrebbe mutare. Soprattutto sotto campagna elettorale. Quindi si rimane sulla linea annunciata dallo stesso sindaco sabato: “Nogarin si dovrà dimettere se emergesse dagli atti della procura una condotta contraria alla legge ma, ancora prima, ai principi del M5S”. E proprio il riferirsi ai princìpi del M5S prima che alla legge ordinaria è la possibile crepa su cui insiste il Pd. “Relegano la legge italiana in secondo piano” accusano i dem. E qualcosa smuovono, perché il M5S replica con un post di Di Maio (in trasferta a Parigi, ma consultato da Roma): “Renzi ha ammesso che nel Pd c’è una questione morale, ma qualcosa non torna se poi il Pd stesso ci accusa M5S di far prevalere i nostri codici di autoregolamentazione. Non era ciò che intendeva dire chi per primo denunciò la questione morale, Enrico Berlinguer?”. Chiara la mossa, ritorcere ancora contro gli ex rossi il loro totem. Su Aamps invece risponde il capogruppo a Livorno, Alessio Batini, con l’intento di mostrare un gruppo locale compatto attorno a Nogarin. Perché è lì che si potrebbe spostare la linea del fuoco dem, sulle possibili tensioni tra i consiglieri. Da Roma lo sanno. E monitorano, tifando silenzio.
Il F.Q. del 10 maggio 2016 – pag. 7

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