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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

11.05.2016 - ALFONSO BONAFEDE (M5S) Unioni civili: tutta la verità in faccia al governo

martedì 19 aprile 2016

SERVONO 500 MILA FIRME - Il comitato per il No deposita il quesito referendario contro la legge Boschi.

Obiettivo: una grande mobilitazione popolare “contro lo scempio del testo del ‘48”
Parte la sfida in difesa della Carta L a sfida per salvare la Carta è partita. La riforma costituzionale è in Gazzetta Ufficiale e ieri una delegazione del Comitato per il No nel futuro referendum sulla legge che porta il nome di Maria Elena Boschi – guidata dal presidente, il costituzionalista Alessandro Pace – e del Comitato contro l’Italicum ha depositato in Cassazione il quesito con la richiesta della consultazione. Che è abrogativa e senza quorum (si vota a ottobre). La lista dei firmatari conta illustri nomi, o “professoroni” come li apostrofò a suo tempo la giovane ministra per le Riforme: giuristi come Pace, Massimo Villone, Luigi Ferrajoli e l’ex giudice costituzionale Paolo Maddalena, il giudice Riccardo De Vito, i vice presidenti dei due Comitati, Alfiero Grandi e Anna Falcone. Con quella all’Italicum, questa è la sfida alla madre di tutte le riforme e il premier l’ha trasformata in un referendum sulla sua persona. “Queste deformazioni della Costituzione – spiega Grandi – insieme all’Italicum ipermaggioritario” tentano “il ribaltamento dell’assetto costituzionale del 1948 che ha messo al centro i cittadini”: “È una svolta preoccupante nella direzione dell’accentramento del potere e di un Parlamento definitivamente subalterno all’esecutivo ”. Il referendum “sa rà una grande occasione per fermare lo scivolamento del sistema nato dalla Resistenza”.
L’OBIETTIVO: raccogliere le 500.000 firme richieste, facendo così in modo che l’indizione del referendum “sia frutto di una mobilitazione di base dei cittadini che vogliono opporsi allo scempio della Costituzione” e non un’iniziativa del governo. Nasce, insomma, il comitato per il No. Qualcosa peraltro si muove anche sul fronte opposto, con risultati non memorabili. Domenica, la presidente del comitato “sivotasì”, Maria Medici, è stata protagonista di una figuraccia in tv. Intervistata a In onda (La7) ha sbagliato tutte le risposte sulle novità della riforma, collezionando lunghi silenzi imbarazzati: “Restano i senatori a vita”; “non cambia il numero di firme per le leggi di iniziativa popolare”; “Regioni e Comuni avranno più potere e si realizza un federalismo”. Tutto falso. E poi buio pesto sui criteri di elezione dei senatori e del presidente della Repubblica e sulle modifiche ai referendum. Non un bell’inizio.
Il F.Q. 19 aprile 2016 – pag. 9

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