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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

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martedì 22 marzo 2016

Mafia, il fondo per le vittime non basta (e non funziona)

COLPITI DUE VOLTE - Pagamenti bloccati dal novembre scorso
Non è uno stop voluto dal governo ma di stop, in effetti, si è trattato: i pagamenti alle vittime di mafia previsti dal fondo 512 sono stati bloccati nel novembre scorso per alcuni “dubbi interpretativi nell’applicazione della legge” sollevati dal commissario del fondo in una nota al Consiglio di Stato, come ha ammesso il sottosegretario Domenico Manzione, dopo che il numero delle associazioni antimafia che hanno beneficiato dei risarcimenti avrebbero superato quello delle stesse vittime della mafia.
Ma adesso che è arrivata la risposta le idee sono ancora più confuse nell’ufficio del ministero dove l’ultimo dei commissari, il successore di Giancarlo Trevisone, si è dimesso da poco lasciando l’incarico: i giudici, si legge nella risposta all’interpellanza presentata dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, “pur riconoscendo la sussistenza delle criticità segnalate dal commissario ha tuttavia rilevato come, a legislazione vigente, non sia possibile introdurre, per via regolamentare e tanto meno amministrativa, ovviamente, criteri selettivi o requisiti di legittimazione all’accesso al Fondo”. I problemi interpretativi restano intatti e per evitare paralisi e discriminazioni “dovranno essere risolti con un’assunzione di responsabilità dei politici”, come ha detto il presidente di Libera, don Luigi Ciotti: “Sulla lotta alla mafia registro qualche successo ma anche tanti ritardi e compromessi”.
Finora, però, non si è andati oltre gli scontri verbali tra Di Maio e il Pd, che ha chiesto le dimissioni del vicepresidente della Camera perché avrebbe “mentito”, strumentalizzando la vicenda. E Di Maio, a sua volta, ha chiesto sul tema un intervento risolutore del capo dello Stato, Sergio Mattarella. E mentre a Bruxelles il vicepresidente dell’Antimafia Claudio Fava, di ritorno dall’audizione al Parlamento europeo, sostiene che “sembra che le mafie siano un problema tutto italiano” dubbi sulle intenzioni del governo vengono sollevati anche da Giovanna Maggiani Chelli, presidente delle vittime di via dei Georgofili, dopo avere ascoltato le parole del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, che ha sostenuto che “troppi avvocati accedono al fondo, forse più delle vittime stesse”: “Se gli avvocati chiamati in causa appartengono ad associazioni che nulla hanno a che fare con le vittime di mafia, ma sono solo in rappresentanza per scopi politici e di immagine, è un conto – spiega –, ma se si tratta di avvocati che difendono le vittime nei processi contro Cosa Nostra, la difesa della mafia avrebbe carta bianca nei processi, visto che mai le vittime sarebbero in grado di far fronte alle notule dei legali”.
Giuseppe Lo Bianco - Il Fatto Quotidiano – 22 marzo 2016 – pag. 9

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