Virginia Raggi - La candidata dei Cinque Stelle a Roma: “Sostituirò i manager di tutte le municipalizzate, hanno fatto un disastro”
“Ma quante domande di gossip mi fa?”. Pomeriggio romano,
palazzo di epoca umbertina, a pochi metri da piazza San Giovanni. Al tavolo di
uno studio legale, tra faldoni e stampe della Roma che fu, la candidata sindaco
dei Cinque Stelle Virginia Raggi sbuffa e sorride. Ce l’ha con il cronista del
Fatto che le chiede del suo aspetto fisico, di Cesare Previti, dei fotografi.
Ma i temi centrali dei 40 minuti di colloquio sono altri.
Il Messaggero, il quotidiano del costruttore Caltagirone, e
il Pd la accusano di aver fatto crollare il titolo in Borsa della
municipalizzata Acea, annunciando che da sindaco cambierà il management.
Pentita dell’annuncio?
Niente affatto. Questi attacchi dimostrano solo che hanno
paura di una mia vittoria, e che altri partiti stanno con Caltagirone. Ma
questo è solo l’inizio: di attacchi del genere me ne aspetto una valanga.
È giusto annunciare il cambio?
Sì, è un mio pieno diritto. Vorrei che anche gli altri candidati
rispondessero sul tema.
Vuole nuovi vertici anche per le altre partecipate?
Assolutamente sì, cambieremo management in tutte le società
partecipate, visto il disastro generale.
Lei si lamenta di Caltagirone, ma questa è anche la città
dei costruttori. Se Caltagirone le chiedesse un incontro glielo concederebbe?
Certo, lo starei ad ascoltare. Dopodiché la nostra risposta
ai “palazzinari”, come li chiamano tutti, sarà una proposta di edilizia
alternativa. Ma non le do i dettagli, sarà una bella novità.
Quanti sono i dipendenti del Comune di Roma?
Circa 23 mila quelli diretti, 26 mila quelli delle
partecipate.
Troppi o pochi?
Sicuramente non sono pochi. Di certo sono male organizzati.
Innanzitutto bisogna capire dove c'è eccedenza di personale, riequilibrare tra
i vari dipartimenti. Poi è necessario formarli.
Beppe Grillo mesi fa promise: “A Roma azzereremo le
amministrazioni, ci saranno pesanti contraccolpi”.
Grillo mise il dito nella piaga, evidenziando un’amministrazione
asservita al potere politico. Faremo sì che tutti si adeguino alla legge, e con
il loro aiuto. L’amministrazione si salva solo con il contributo dei suoi
dipendenti: sono i primi a voler lavorare bene.
E i sindacati? Ricorda Di Battista? “Se vinciamo ci faranno
subito uno sciopero contro”.
I sindacati sono stati silenti, per anni, mentre i partiti
spolpavano Roma. Quando andremo direttamente a parlare con i dipendenti,
capiranno il cambio di passo.
Vuole evitare il confronto con i sindacati?
No, voglio solo che non tutelino più interessi di pochi.
Sarò contenta di incontrarli, si può collaborare.
Appalti: Raffaele Cantone evidenzia il ricorso sistematico
ad affidamenti senza gara.
Bisogna uscire dall’emergenza e applicare la legge. Appena
eletti faremo subito una verifica di tutti gli appalti in corso, per capire le
scadenze. Poi organizzeremo i bandi, secondo la legge.
I sondaggi la danno in testa, i giornali stranieri la
riempiono di elogi. Euforica?
È una nuova dimensione, siamo contenti dell’interesse nei
nostri confronti.
Nei suoi confronti.
No, verso di me e il M5s. Io sono solo un terminale.
Il Guardian l'ha definita “raffinata figura politica”, per
l'Economist lei potrebbe essere “una candidata democratica o repubblicana ”. La
vedono come “la svolta moderata” del M5s.
A colpirmi è la diversità di domande tra i giornalisti della
stampa estera e quelli italiani. I cronisti italiani sono molto interessati al
gossip, mi chiedono dei sondaggi, dei miei avversari. Quelli stranieri invece
sono interessati alla nostra visione di Roma, ai temi.
Le danno fastidio i complimenti per il suo aspetto?
Ecco, vede... Mi lasciano indifferente. Il buon giornalismo
dovrebbe parlare delle soluzioni. E poi si parla dell’aspetto fisico delle donne,
mai di quello degli uomini.
L’ex candidata del M5s a Milano, Patrizia Bedori, si è
ritirata con una nota: “Mi avete chiamata casalinga, brutta e obesa”. C'è
sessismo nei 5Stelle?
Se certi episodi sono avvenuti sono solo da condannare. Ma
tutta la società italiana è un po’ sessista.
Ha fatto il praticantato nello studio di Cesare Previti. Ma
sul curriculum non lo ha scritto.
Perché non si usa metterlo.
Cosa faceva?
Andavo in tribunale, facevo notifiche, depositavo atti.
Quello che fanno tutti i praticanti.
E Previti? Che tipo era?
Ci dicevamo buongiorno e buonasera. Non prendevo istruzioni
da lui. Trovo assurdo che me lo chieda.
Il M5s ha annunciato una squadra, per la campagna elettorale
e anche per l’amministrazione di Roma. Lei verrà commissariata?
Assolutamente no, semplicemente su certi temi di respiro
nazionale ci consulteremo, come accade già ora, con parlamentari e eletti.
Secondo il codice di comportamento “le proposte di nomina
dei collaboratori dovranno essere approvate dallo staff coordinato dai garanti
del M5s”, cioè Grillo e Casaleggio. Le scelte importanti le dovrà prendere con
loro.
Se sarà necessario ci sentiremo. Ma il sindaco sarò io.
Ha incontrato Casaleggio pochi giorni fa. È vero che l’ha
esortata a mantenere il suo profilo moderato?
Mi ha consigliato di rimanere me stessa.
Chi sarà il
vicesindaco? Di Battista aveva suggerito Marcello De Vito, secondo nelle
Comunarie.
È prematuro parlarne.
E gli assessori come li sceglierà, con un bando?
Valuteremo, stiamo esaminando curricula di persone che
conosciamo o con cui abbiamo lavorato. Vedremo se annunciare i nomi prima del
voto.
Il M5s è democratico? A Roma sono fioccate espulsioni. E i
cacciati vogliono invalidare le Comunarie.
Robetta. È gente che si era avvicinata ad altri partiti e
poi ha provato a rientrare. Certe scalate degli ultimi giorni erano sospette.
I fotografi la pedinano ancora? Si era lamentata...
Se lo fanno ancora sono molto bravi a nascondersi.
Luca De Carolis – Il Fatto Quotidiano – 26 marzo 2016, pag.
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