Il quotidiano del costruttore contro la candidata M5S.
Pioggia di tweet dei dem
Il giornale del costruttore e finanziere romano Francesco
Gaetano Caltagirone lancia il macigno, il Pd prova a tramutarlo in frana.
Vogliono sommergere Virginia Raggi, la candidata al Campidoglio dei 5Stelle,
che su Facebook risponde tacciando i dem “di patto con la finanza” e accusa i
“poteri forti”. Benvenuti all’ex battaglia per Roma, da ieri guerra. Parte
dalla carta, poi invade il web. Dopo Quarto, dopo l’hashtag #classedirigentemadeche
contro i sindaci grillini, rieccoli i renziani che vanno di tweet seriali,
questa volta contro la Raggi. La accusano di aver fatto perdere ai romani 71
milioni di euro, perché domenica scorsa a Sky Tg 24 ha annunciato un cambio di
management per l’Acea: municipalizzata di acqua, luce e gas, controllata per il
51 per cento dal Comune, che ha come amministratore delegato il renziano
Alberto Irace. Proprio lui che a Firenze aveva nel cda di Publiacqua,
partecipata da Acea, Maria Elena Boschi. “Per le sue parole il titolo in Borsa
dell’Acea ha perso il 4,73 in un solo giorno” strillano i dem. È la stessa tesi
del Messaggero, quotidiano controllato da Caltagirone, azionista al 15,8 della
municipalizzata. “Se avesse voluto volontariamente demolire in Borsa una
società quotata forse la Raggi non avrebbe saputo da dove cominciare”, si
leggeva ieri in un commento del quotidiano romano. Citando pure “report di
alcune società di intermediazione mobiliare, che mercoledì hanno declassato il
livello di affidabilità del titolo Acea per quella frase demagogica e
irresponsabile della candidata sindaco del M5s”.
Il PD la pensa come il Messaggero. E allora twitta per tutta
la giornata. Cinguetta perfino il candidato sindaco dem Roberto Giachetti, fino
a ieri dal contegno british. “Si candidano a governare Roma ma pensano di
giocare a Monopoli: 71 milioni persi per una frase di Raggi su Acea. Dilettanti
allo sbaraglio”. In realtà per il Comune non c’è alcuna perdita, visto che non sta
vendendo la sua quota. E comunque il titolo era reduce da forti rialzi, nei
giorni scorsi, dopo la presentazione del bilancio. Ma è campagna seriale, con
l’hashtag stile caserma #RaggiAmari. Colui che traccia il solco è il
renzianissimo Francesco Nicodemo, il twittatore di palazzo Chigi. “L’incompetenza
costa cara” avverte. E gli vanno dietro in massa. Dal commissario romano Matteo
Orfini (“Raggi pericolo pubblico”) all’immancabile Stefano Esposito.
Un furore non casuale. Perché la 5Stelle è davanti in tutti
i sondaggi. Ma soprattutto perché negli ultimi giorni ha ricevuto elogi della
stampa estera. Mercoledì è stato il turno del britannico Guardian, con un
articolo rilanciato pure dal blog di Beppe Grillo, in cui si celebra la 37enne,
descritta come “raffinata figura politica”. Il combinato disposto con la
vetrina internazionale per Luigi Di Maio, ricevuto mercoledì da 28 ambasciatori
Ue a Roma e quindi accreditato come candidato premier, ha colpito al Nazareno.
Così, primo vero fuoco di fila dem contro la candidata M5s. Ma lei replica
presto: “Prendiamo atto che Giachetti abbia scelto di schierarsi al fianco di
Caltagirone, primo socio privato di Acea (dove, guarda il caso, siede in cda il
figlio Francesco) ed editore del Messaggero. Il M5S, invece, continua a stare
dalla parte dei romani”. Ma il merito? “Ho annunciato di voler cambiare il
management perché il cda della multi-servizi è composto da un’accozzaglia di
nomi in gran parte scelti proprio da Caltagirone con il lasciapassare del suo
amico Matteo Renzi”. E ancora: “Da diversi anni la mission del cda di Acea è
solo una: avviare piani di speculazione finanziaria sulle spalle dei romani,
peraltro in palese violazione del referendum sull’acqua pubblica votato nel
2011. Hanno usato i romani come un bancomat”. Fuori taccuino, dal M5s
rilanciano: “Sanno che vogliamo aumentare la quota pubblica in Acea, e che
vogliono liberarla dei raccomandati, così fanno asse con Caltagirone”.
In serata parla Giachetti: “Oggi ho letto accuse ridicole
dopo le dichiarazioni improprie della Raggi su Acea. Apprendo da lei che sarei
amico di Caltagirone, ma io non ho mai avuto piacere di conoscerlo, sono amico
dei romani”. Ma dell’azienda, che pensa di fare? “Non dobbiamo fare nulla su
Acea, va benissimo, fa utili”. La certezza è che la partita sulla
municipalizzata non può essere solo un affare dem-5Stelle. Per esempio, ecco il
candidato di Si Stefano Fassina: “Su Acea non è chiaro se è più grave
l’improvvisazione del M5S o la dipendenza del Pd dai poteri forti”.
LUCA DE CAROLIS – Il Fatto Quotidiano – 25 magio 2016 – pag.
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