La condanna del manager Agusta in nome di Allah
Non risponde Matteo Renzi e non risponde nemmeno
l'amministratore di Finmeccanica Mauro Moretti. Un giorno dopo la pubblicazione
sul Fatto (integrale sul sito) della lettera di Christian Michel sullo scambio
scellerato (prove contro i rivali politici del premier indiano Nerendra Modi
nel caso Finmeccanica-India in cambio di un trattamento di favore ai marò) non
esiste una versione ufficiale italiana. Intanto in India il partito di Sonia
Gandhi, vittima del complotto delineato da Michel nella lettera, ha chiesto
conto al premier indiano Modi. Il silenzio di Moretti sorprende perché nella
lettera di Michel si parla della recente condanna a Dubai di un importante
manager britannico di Finmeccanica, Neil Alexander Cranidge, l’uomo che firma
fisicamente il bilancio di Agusta Westland International ltd, come segretario
generale. Cranidge è stato condannato a un anno di galera e il 6 gennaio scorso
sono state avviate le pratiche per la ricerca internazionale. Christian Michel
(su di lui le autorità indiane hanno spiccato un mandato di arresto a luglio
per l’affare degli elicotteri in India) nella sua lettera cita il caso Cranidge
non per difendere il suo concittadino ma per tirare acqua al suo mulino, cioé
per corroborare la tesi del complotto indo-italiano.
La storia è misteriosa a partire dal suo protagonista:
Christian Michel, 54 anni, britannico con ufficio a Dubai è stato l’uomo chiave
dell’affare da 560 milioni di dollari per la vendita di 12 elicotteri all’India
nel 2010. Per le sue società si era ritagliato una fetta milionaria ed è stato
indagato con i manager di Finmeccanica Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, poi
assolti. Michel non è stato processato ma si è giovato della sentenza di Busto
Arsizio. La Procura si è fermata in attesa dell’appello chiesto dal pm Eugenio
Fusco. L’India, parte civile nel processo, non ha fatto appello ma dopo il
cambio del governo nel 2014 ha emesso un mandato di arresto contro di lui
perché ora ritiene che dietro l’affare si nasconda una mazzetta agli indiani
veicolata dalle sue società a Dubai. Cosa c’entra la condanna del legal counsel
di Agusta Westland a Londra? L’avvocato Cranidge è stato condannato perché -
secondo la corte di Dubai - avrebbe spifferato ai giornali le carte ricevute
dalle autorità dell’emirato sotto il vincolo di non divulgarle. Le carte
oggetto del ‘non disclosure agreement’ sono quelle della società di Michel a
Dubai e dell’affare indiano degli elicotteri. Dopo la pubblicazione (avvenuta
in India con disappunto delle autorità di Dubai) potrebbero tornare utili in
India nella battaglia politica contro la famiglia Gandhi che era al potere
quando l’affare fu concluso nel 2010.
Nella sentenza contro Cranidge emessa il 6 gennaio del 2016
dal giudice Raefat Abbas “Nel nome di Allah, pieno di grazia e di misericordia”
e “nel nome dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum” si condanna Cranidge
a un anno di galera dopo il processo nell’udienza del 3 giugno 2015. La sua
colpa? Dopo avere chiesto e ottenuto a Dubai le carte sui conti e i contratti
segreti della società Safari Company di Christian Michel per conto di
Finmeccanica “nonostante l’imputato avesse firmato l’impegno di non svelare
queste informazioni lui ha svelato i segreti ai giornali causando danni alla
società Safari e al suo proprietario ... svelando le transazioni degli elicotteri
ai giornali”. La Corte di Dubai non va per il sottile. Non spiega perché
ritiene proprio Cranidge colpevole della pubblicazione in Italia, India, Gran
Bretagna e Dubai ma ordina di arrestare il cittadino inglese e “di ricercarlo a
livello nazionale e internazionale”. La sentenza è una mina su rapporti con
Dubai e una grana per Moretti che appena un mese fa ha pensato bene di
licenziare il suo rappresentante legale negli Emirati Arabi: Caio Mussolini,
nipote di Vittorio, figlio di Benito, e capo del Medio Oriente.
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