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martedì 9 febbraio 2016

M5S: Penale anti-dissenso per i candidati al Campidoglio. Lombardi: “In 209 hanno firmato, tutte le scelte passeranno dal nostro staff”

Roberta Lombardi (M5S)
“Chi sbaglia paga 150 mila euro Il sindaco risponderà ai garanti” 
Questa penale è un monito, chi si candida con i Cinque Stelle deve ricordarsi che il programma viene prima delle carriere personali”. La deputata Roberta Lombardi, il “motore” del M5S a Roma, non mostra imbarazzi. Rivendica la clausola inserita nel codice di comportamento per i candidati a sindaco e a consiglieri a Roma, di cui ha scritto ieri La Stampa, che prevede una multa di 150mila euro per chi violi “le regole poste dal codice”, ossia dissenta su scelte amministrative e politiche. La penale dovrebbe quantificare il “danno d’immagine” per il Movimento, da versare “non appena sia notificata la contestazione dallo staff coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio”. Scelta non inedita: i candidati M5s all’Europarlamento nel 2014 accettarono una penale di 250mila euro.
La Costituzione esclude il vincolo di mandato per i parlamentari e per analogia la norma vale anche per gli altri eletti. La penale è nulla.
La penale per i candidati romani è un po’ diversa, l’abbiamo costruita in modo differente sul piano giuridico. Rappresenta un risarcimento per il danno d’immagine derivante dal tradimento del programma.
Il danno non dovrebbe essere provato in tribunale?
Abbiamo parlato con alcuni legali, a loro avviso è applicabile. E comunque la multa è innanzitutto un deterrente.
Dice il codice: “Le proposte di atti di alta amministrazione e le questioni giuridicamente complesse verranno preventivamente sottoposte a parere tecnico legale dello staff coordinato dai garanti M5s”. Un sindaco commissariato dai vertici?
Per noi Roma è importantissima, e allora ci metteremo in gioco tutti per governarla. Assieme al sindaco ci sarà una squadra composta da tutti i 12 eletti romani: parlamentari, eurodeputati e consiglieri regionali. Fino ad arrivare ai garanti, a Grillo e Casaleggio.
Un sindaco deve rispondere ai cittadini, non a un partito.
Rimarremo nell’ambito dei principi di legge.
Eleggerete una testa di paglia.
Siamo contro l’uomo forte al comando. Conta il programma, e conta la squadra.
In corsa per il Campidoglio ci sono circa 209 iscritti. Hanno firmato l’atto di accettazione con la penale?
Sì, tutti. Hanno compreso lo spirito della norma.
Ma chi ha scritto il codice?
Noi parlamentari romani, ma in gran parte riproduce quello per le Politiche e le Europee. E infatti prevede anche il recall.
Ossia, gli iscritti potrebbero sfiduciare il sindaco.
Teoricamente sì.
Lei alludeva a uno staff. Può spiegare meglio?
Creeremo una squadra che valuterà le nomine per le figure apicali del Comune. Sul sito apparirà un bando, e le persone interessate potranno mandare i curricula. Lo staff valuterà le varie posizioni.
Chi ne farà parte?
Ci stiamo lavorando. Siamo aperti anche alle competenze che troveremo in Comune.
Avete espulso una decina di iscritti che avevano proposto la candidatura. Perché?
Abbiamo aperto le candidatura a tutti, con pochi requisiti: l’iscrizione al M5s, la residenza a Roma, l’essere incensurati e senza carichi pendenti, e non aver mai corso con partiti o liste dopo il 2008. Ma alcuni hanno violato queste regole, o i princìpi del M5s.
Lei ha parlato di infiltrati del Pd in lista.
Si sono proposti ex dirigenti di partito: anche del Pd. Ma non faccio nomi.
Quando arriverà il nome del candidato sindaco?
A metà mese. Questa settimana sul blog appariranno i video di presentazione dei candidati. Gli iscritti voteranno sul web per sceglierne 48 e poi dieci, che concorreranno per la candidatura a sindaco.
Sarà guerra tra correnti? Dicono che lei appoggi l’ex consigliere Marcello De Vito e che Alessandro Di Battista sostenga l’ex consigliera Virginia Raggi.
Questa dinamica tra noi parlamentari non esiste. E finora non ho visto colpi bassi tra candidati.
Luca De Carolis

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