Roberta Lombardi (M5S) |
“Chi sbaglia paga 150 mila euro Il sindaco risponderà ai
garanti”
Questa penale è un monito, chi si candida con i Cinque
Stelle deve ricordarsi che il programma viene prima delle carriere personali”.
La deputata Roberta Lombardi, il “motore” del M5S a Roma, non mostra imbarazzi.
Rivendica la clausola inserita nel codice di comportamento per i candidati a
sindaco e a consiglieri a Roma, di cui ha scritto ieri La Stampa, che prevede
una multa di 150mila euro per chi violi “le regole poste dal codice”, ossia
dissenta su scelte amministrative e politiche. La penale dovrebbe quantificare
il “danno d’immagine” per il Movimento, da versare “non appena sia notificata
la contestazione dallo staff coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto
Casaleggio”. Scelta non inedita: i candidati M5s all’Europarlamento nel 2014
accettarono una penale di 250mila euro.
La Costituzione esclude il vincolo di mandato per i
parlamentari e per analogia la norma vale anche per gli altri eletti. La penale
è nulla.
La penale per i candidati romani è un po’ diversa, l’abbiamo
costruita in modo differente sul piano giuridico. Rappresenta un risarcimento
per il danno d’immagine derivante dal tradimento del programma.
Il danno non dovrebbe essere provato in tribunale?
Abbiamo parlato con alcuni legali, a loro avviso è
applicabile. E comunque la multa è innanzitutto un deterrente.
Dice il codice: “Le proposte di atti di alta amministrazione
e le questioni giuridicamente complesse verranno preventivamente sottoposte a
parere tecnico legale dello staff coordinato dai garanti M5s”. Un sindaco
commissariato dai vertici?
Per noi Roma è importantissima, e allora ci metteremo in
gioco tutti per governarla. Assieme al sindaco ci sarà una squadra composta da
tutti i 12 eletti romani: parlamentari, eurodeputati e consiglieri regionali.
Fino ad arrivare ai garanti, a Grillo e Casaleggio.
Un sindaco deve rispondere ai cittadini, non a un partito.
Rimarremo nell’ambito dei principi di legge.
Eleggerete una testa di paglia.
Siamo contro l’uomo forte al comando. Conta il programma, e
conta la squadra.
In corsa per il Campidoglio ci sono circa 209 iscritti.
Hanno firmato l’atto di accettazione con la penale?
Sì, tutti. Hanno compreso lo spirito della norma.
Ma chi ha scritto il codice?
Noi parlamentari romani, ma in gran parte riproduce quello
per le Politiche e le Europee. E infatti prevede anche il recall.
Ossia, gli iscritti potrebbero sfiduciare il sindaco.
Teoricamente sì.
Lei alludeva a uno staff. Può spiegare meglio?
Creeremo una squadra che valuterà le nomine per le figure
apicali del Comune. Sul sito apparirà un bando, e le persone interessate
potranno mandare i curricula. Lo staff valuterà le varie posizioni.
Chi ne farà parte?
Ci stiamo lavorando. Siamo aperti anche
alle competenze che troveremo in Comune.
Avete espulso una decina di iscritti che avevano proposto la
candidatura. Perché?
Abbiamo aperto le candidatura a tutti, con pochi requisiti:
l’iscrizione al M5s, la residenza a Roma, l’essere incensurati e senza carichi
pendenti, e non aver mai corso con partiti o liste dopo il 2008. Ma alcuni
hanno violato queste regole, o i princìpi del M5s.
Lei ha parlato di infiltrati del Pd in lista.
Si sono proposti ex dirigenti di partito: anche del Pd. Ma
non faccio nomi.
Quando arriverà il nome del candidato sindaco?
A metà mese. Questa settimana sul blog appariranno i video
di presentazione dei candidati. Gli iscritti voteranno sul web per sceglierne
48 e poi dieci, che concorreranno per la candidatura a sindaco.
Sarà guerra tra correnti? Dicono che lei appoggi l’ex
consigliere Marcello De Vito e che Alessandro Di Battista sostenga l’ex
consigliera Virginia Raggi.
Questa dinamica tra noi parlamentari non esiste. E finora
non ho visto colpi bassi tra candidati.
Luca De Carolis
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