Il Presidente del Senato, Pietro Grasso |
Il presidente del Senato vuole bocciare l’emendamento
Marcucci - I dem pensano di spacchettarlo: stepchild adoption sempre più a
rischio.
Grasso boccia il supercanguro, che viene giudicato ormai
inammissibile, con l’invito al Pd a procedere normalmente, votando emendamento
per emendamento. Mentre i dem pensano di spacchettare l’ormai noto testo del
deputato Marcucci in tanti piccoli “cangurini” e lasciare libertà di coscienza
sull’articolo 5, quello sulla stepchild adoption. Questa è la strada che il Pd
tenterà di percorrere per portare a casa la legge sulle unioni civili. Ma nel
partito, il giorno dopo lo sfogo di Monica Cirinnà contro i renziani,
continuano a volare gli stracci.
Sembra quasi di essere tornati al tutti contro tutti dei
primi tempi della segreteria Renzi, quando la minoranza ancora non si
rassegnava alla sconfitta. Renziani di prima fascia contro quelli periferici,
cattodem, giovani turchi, bersaniani, speranziani, dalemiani e cani sciolti.
Tutti hanno gocce di veleno da stillare contro qualcuno. Nonostante ciò, però,
si tratta. L’ipotesi che si lascia trapelare dal Nazareno è quella di uno
spacchettamento del canguro, così da evitare il pericolo degli emendamenti trappola
della Lega, lasciando però libertà di coscienza sulla stepchild adoption. Che
in questo modo verrebbe lasciata in balìa dei marosi parlamentari e quindi,
probabilmente, bocciata. “L’adozione del figlio del coniuge potrebbe essere poi
affrontata successivamente in un nuovo disegno di legge sulle adozioni”,
racconta un senatore dem. Così facendo, da una parte si riaggancerebbe la
trentina di cattodem, che non avrebbe più scuse per non votare le unioni civili
senza adozioni, e dall’altra si terrebbe buona la parte più a sinistra, che
invece spinge per la stepchild adoption subito.
Anche recuperando tutti i cattolici, però, i numeri restano
ballerini. “Senza più canguro, anche i grillini sarebbero recuperati. Ma noi
contiamo, lasciando libertà sulle adozioni, di coinvolgere anche l’Ncd”,
continuano dal Pd. Ma in serata è Maria Elena Boschi a lanciare l’allarme. “In
Senato i numeri sulle unioni civili non ci sono, per questo dobbiamo cercare
un’intesa con le altre forze politiche in campo”, sottolinea il ministro delle
Riforme. Non è detto, però, che la strada dei tanti piccoli cangurini sia
quella migliore per trovare un nuovo accordo con l’M5S. Una via la offre Pietro
Grasso, che dà l’altolà al super canguro. Il presidente del Senato, dopo aver
studiato 1.200 emendamenti, è giunto alla conclusione che si possa scendere a
circa 500. “I canguri sono un’arma tollerata davanti all’ostruzionismo
esasperato, ma ora siamo di fronte solo a qualche centinaio di voti, se ne può
fare a meno”, osserva Grasso. Che fa capire di essere disponibile a dichiarare
inammissibili le “trappole” della Lega, così da poter poi procedere alla
votazione normale. Insomma, per Grasso la ricreazione è finita ed è giunto il
momento di contarsi, su ogni emendamento. Su questo però c’è un piccolo giallo.
Monica Cirinnà in un post su Fb scrive che, essendo un ddl normale, i tempi non
possono essere contingentati e, se ogni gruppo sfrutta tutti i 10 minuti a
disposizione, i tempi restano biblici. Scenario però smentito dalla presidenza
del Senato, secondo cui per chiedere il contingentamento dei tempi (2 minuti a
gruppo) basta il voto unanime della capigruppo (difficile) o il voto in Aula
(più facile). Tutte le manovre d’Aula, però, nulla potranno se continuerà la
guerriglia tra le fazioni dem. “Il Pd ha gestito male la faccenda per gli
errori commessi dalla maggioranza del partito e per le divisioni presenti nel
mondo renziano che il premier si è dimostrato incapace di governare”, attacca
il bersaniano Miguel Gotor. Nell’aria ancora pesano le parole della stessa
Cirinnà, che ha rivelato di essere stata vittima delle vendette dei renziani
delusi, rimasti a bocca asciutta nel rimpasto di governo. Resta il fatto, però,
che, se Renzi vorrà portare a casa la riforma, dovrà mantenere un asse con la
sua minoranza. Molto dipenderà da quello che dirà domani all’assemblea
nazionale. Intervento che preparerà oggi, forse in una riunione con i
fedelissimi. “Ci metterà finalmente la faccia?”, si chiede la sinistra interna.
E forse anche Monica Cirinnà.
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