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DI BATTISTA - 11.05.2016 OTTOEMEZZO

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domenica 28 febbraio 2016

È inappropriato definire “pezzenti” i nostri politici?

Alessandro Di Battista
L’altro giorno il deputato Di Battista, al termine di una violenta invettiva contro i partiti di governo, ma non solo, scagliava la parola “pezzenti”. Nel linguaggio corrente questa parola è molto dispregiativa e mi sono chiesto se era il caso di usare un simile lessico in un contesto che dovrebbe essere la massima rappresentanza del popolo italiano. Per chiarirmi le idee sono andato a consultare il dizionario che tra altre definizioni scrive: “Di persona meschinamente attaccata al denaro”. Ecco allora prima di gridare allo scandalo ci sarebbe da vedere se nel Parlamento italiano ci sono queste persone meschinamente attaccate al denaro. Quando negli anni passati le camere hanno deliberato aumenti e benefit economici o quando più recentemente la legge del 2 per 1000 ha dribblato il famoso referendum che bocciava il finanziamento pubblico ai partiti, non mi risulta che ci sia stato un solo deputato del Pd o Forza Italia o Lega che abbia rifiutato i soldini. Il salto della quaglia continuo e crescente da uno scranno all’altro per formare un gruppo e quindi per accedere ad altri emolumenti che cos’è se non arraffare altri corposi finanziamenti? La scusa che ci sono delle persone oneste che non mirano al vil denaro è un paravento che non regge perché quando i partiti decidono emolumenti o benefit a proprio favore i deputati fanno finta di niente, fischiettano e mettono in tasca. Allora, la parola “pezze nti ” di Di Battista, poi, è così inappropriata?
Giovanni Scarabello - Il Fatto Quotidiano – 28/2/2016 – pag. 12

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