Alessandro Di Battista |
L’altro giorno il deputato Di Battista, al termine di una
violenta invettiva contro i partiti di governo, ma non solo, scagliava la
parola “pezzenti”. Nel linguaggio corrente questa parola è molto dispregiativa
e mi sono chiesto se era il caso di usare un simile lessico in un contesto che
dovrebbe essere la massima rappresentanza del popolo italiano. Per chiarirmi le
idee sono andato a consultare il dizionario che tra altre definizioni scrive:
“Di persona meschinamente attaccata al denaro”. Ecco allora prima di gridare
allo scandalo ci sarebbe da vedere se nel Parlamento italiano ci sono queste
persone meschinamente attaccate al denaro. Quando negli anni passati le camere
hanno deliberato aumenti e benefit economici o quando più recentemente la legge
del 2 per 1000 ha dribblato il famoso referendum che bocciava il finanziamento
pubblico ai partiti, non mi risulta che ci sia stato un solo deputato del Pd o
Forza Italia o Lega che abbia rifiutato i soldini. Il salto della quaglia
continuo e crescente da uno scranno all’altro per formare un gruppo e quindi
per accedere ad altri emolumenti che cos’è se non arraffare altri corposi
finanziamenti? La scusa che ci sono delle persone oneste che non mirano al vil
denaro è un paravento che non regge perché quando i partiti decidono emolumenti
o benefit a proprio favore i deputati fanno finta di niente, fischiettano e
mettono in tasca. Allora, la parola “pezze nti ” di Di Battista, poi, è così
inappropriata?
Giovanni Scarabello - Il Fatto Quotidiano – 28/2/2016 – pag.
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