Ddl Concorrenza - L’Ania ci riprova con proposte fotocopia:
meno soldi per i danni gravi
In maniera forse poco elegante, a Napoli dicono “chiagne e
fotte”, vecchio adagio che conoscono anche le compagnie assicurative. Giovedì,
infatti, l’Ansa lanciava l’allarme: “Una pioggia di emendamenti al ddl
Concorrenza rischia di portare a un nuovo aumento dei prezzi dell’Rc auto”.
Ad essere preoccupato per le tasche degli automobilisti, si
scopre, è il direttore generale di Ania, la Confindustria delle assicurazioni,
Dario Focarelli: colpa, ci racconta, di una serie di emendamenti presentati in
Senato al ddl Concorrenza da M5S, Forza Italia e Sel. Mentre piange sulle
proposte delle opposizioni - dunque con scarsa speranza di approvazione -
l’attacco che Ania porta per l’ennesima volta agli interessi dei suoi clienti è
di ben altra portata: emendamenti fotocopia - a volte con motivazione “copia e
incolla ” da documenti delle compagnie - firmati da senatori di maggioranza e
dai vertici della commissione Industria (tranne il presidente Mucchetti),
competente sul ddl Concorrenza. Prima di entrare nel merito, va ricordato che -
come spesso capita - la legge era uscita dal Consiglio dei ministri già nella
forma voluta da Ania: al ministero dello Sviluppo ci sono antichi e solidi
amici delle assicurazioni. Alla Camera però, grazie a una rivolta all’in ter no
dello stesso Pd, le parti più scandalose erano state cassate. Per questo ora ci
riprovano. La squadra d ei proponenti è variegata: c’è Francesco Scalia,
segretario della commissione Industria, ras del Pd a Frosinone, avvocato dello
studio Tonucci, che “assiste le principali compagnie assicurative” (spiega il
sito). Scalia è spiacevolmente coinvolto pure nel caso dell’aeroporto di
Frosinone e in quello dei rimborsi nel consiglio regionale del Lazio ai tempi
di Batman Fiorito; inchiesta in cui figura il collega di partito Bruno Astorre,
pure lui firmatario di emendamenti Ania. All’attacco vanno, tra gli altri, pure
i due vicepresidenti della commissione Industria: Paola Pelino (Forza Italia) e
Aldo Di Biagio, già finiano oggi in Ncd, come Federica Chiavaroli, moglie di un
broker assicurativo, neo-sottosegretario alla Giustizia e anche lei preoccupata
delle sorti delle assicurazioni, come già di altre lobby tipo quella del gioco
d’azzardo. Le proposte sono un potpourri di quelle che Ania avanza da anni, ma
non ha (ancora) portato a casa: il governo Monti, però, ha già regalato alle
compagnie una legge sui “micro-danni” - tipo il colpo di frusta - che ha fatto
diminuire i risarcimenti di un miliardo e dispari l’anno (dati Ania). Cosa
chiede la lobby? Di tutto. Ci sono, per dire, 4 emendamenti identici per rendere
legali le “clausole vessatorie” (e, se le chiamano così, un motivo ci sarà),
mentre un’altra decina vuole sterilizzare gli sconti tariffari obbligatori. E
ancora: proposte per rendere più difficoltoso - solo per gli assicurati -
ricorrere alla magistratura o presentare testimoni (idea del governo che alla Camera
fu definita “incostituzionale”), altre per far decadere il diritto al
risarcimento in 90 giorni o escludere sanzioni per violazione delle norme sulle
“scatole nere”. E poi c’è l’ossessione di Ania, che prova da anni - aiutata dai
governi - a tagliare i risarcimenti anche per i “macro-danni”. Il problema
delle compagnie sono le “Tabelle del Tribunale di Milano”, scientificamente
inappuntabili e in uso in tutta Italia: due emendamenti fotocopia vogliono
sostituirle con Tabelle ministeriali già predisposte nel 2011 (ai tempi
dell’assicurato - re Berlusconi) e che tagliano i risarcimenti dal 30 al 50%
anche per cosette tipo la perdita di un braccio o la morte. Ma la fantasia non
ha limiti: se si fallisce il bersaglio grosso si può togliere dalle Tabelle
almeno il “danno alla persona” o quello “morale” o, già che ci siamo, tagliarlo
pure alle vittime di malasanità. I voti in commissione iniziano questa
settimana e ancora non è chiaro cosa farà il governo: alla fine, in ogni caso, si
capirà se Ania, oltre a chiagnere, riesce anche fare quell’altra cosa.
Nessun commento:
Posta un commento