Premetto che con questo post non voglio fare polemiche
sterili e porgo le mie sentite condoglianze alla famiglia di Valeria Solesin.
Ma devo invitarvi a riflettere sui due pesi e le due misure adottati dai media
e dalle istituzioni italiane davanti a due vittime con lo stesso passaporto.
Il ragazzo in questione è Giovanni (detto Giancarlo) Lo Porto mentre la ragazza è Valeria Solesin. Li vedete entrambi nella foto
sorridenti...
L'uno cooperante, l'altra studentessa. L'uno vittima della
follia bellica in un raid americano in Pakistan, dove era andato ad aiutare gli
ultimi, l'altra vittima della follia terroristica dell'ISIS, mentre trascorreva
una normale serata come tutti i ragazzi della sua età.
Una cosa li accomuna senza alcun dubbio, lo Stato di appartenenza.
Uno Stato indifferente e a volte colpevole. Giancarlo Lo Porto da una parte,
Valeria Solesin dall'altra.
Entrambi sono rientrati in Italia dentro una bara, entrambi
funerali civili/laici, entrambi vittime italiane, entrambi ragazzi pieni di
voglia di vivere, entrambi intelligenti, entrambi contro la guerra.
Giancarlo è stato "accidentalmente" ucciso da un drone americano
lungo il confine tra Afghanistan e Pakistan, mentre era ostaggio. Obama si
scusa pubblicamente. Renzi (come sempre) non fiata e non si fa vedere, i media
praticamente non ne parlano, niente commozioni, indignazioni ed
approfondimenti.
Ad oggi non si è ancora fatta chiarezza sulle responsabilità
del governo americano e di quello italiano. A nessuno sembra interessare...
Valeria sfortunatamente è andata ad un concerto con degli
amici a Parigi e ne è uscita morta. Colpita da armi in mano a pazzi
fondamentalisti islamici.
Ai funerali di Giancarlo non c'era Renzi, né il palermitano
Mattarella (domani viene qui a Strasburgo, proverò a dirglielo), non c'era un
solo esponente del governo, neanche regionale. Nessuno. Solo il Sindaco di
Palermo.
Per la morte di Giancarlo Lo Porto non c'è stata una
mobilitazione della stampa, niente servizi strappalacrime in TV per una
settimana, racconti di quando era piccolo e delle tantissime esperienze di
cooperazione, nessuna sete di giustizia ed emotività popolare. Niente, una
battuta di agenzia e buona notte a tutti, meglio non fare arrabbiare lo zio
Sam.
Eppure Lo Porto aveva davvero un profilo da riempirci in palinsesti televisivi
per settimane, un ragazzo della umile Palermo con un profilo eccezionale (vi
prego di informarvi sulla sua biografia) che aveva dedicato tutta la sua vita e
professionalità ad aiutare gli altri e che il cooperante lo faceva di mestiere
e nei posti più difficili del pianeta...
La mobilitazione mediatica che c'è stata per la morte e per
i funerali di Valeria l'avete vista tutti... E non mi dispiace affatto che ci
sia stata, quel che mi dispiace è vedere come sia normale accettare i due pesi
e due misure...
Vittime uguali ma diverse. Vittime di diverso livello.
Perché il popolo deve indignarsi e commuoversi se si muore
per dei folli terroristi ma è meglio non parlarne troppo se si muore di fuoco
"amico".
Se i civili li ammazza la NATO non sembrano essere lo stesso
tipo di civili, sembrano valer meno...
Giancarlo non meritava il silenzio desolante di questo Governo. Giancarlo
meritava attenzione, voglia di giustizia e di approfondimento e lo merita
ancora... Così come forte è rimasta la voglia di verità della famiglia, degli
amici e di chi crede che la guerra non sia mai una soluzione. E sono certo che
Valeria avrebbe condiviso questo concetto...
Vorrei che oggi ogni politico e ogni cittadino, soprattutto
quelli che nei social network si armano e incitano alla guerra, si fermassero a
riflettere.
Pensate a fondo se è giusto che una vittima civile sia
considerata di livello diverso. Pensateci se è stato giusto il comportamento
delle autorità e dei media italiani...
Pensiamoci e pretendiamo giustizia, verità e soprattutto
equità
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