Ecco le cene e i viaggi di RenziDopo l’articolo del Fatto si muovono i giudici contabili. Alla Provincia il futuro premier si faceva rimborsare pure le aragoste. Ancora misteriosi gli scontrini di Palazzo Vecchio
Sulle spese di Renzi sindaco, la Corte dei conti ha aperto
un fascicolo. La decisione è stata raggiunta a seguito delle dichiarazioni del
ristoratore fiorentino Lino Amantini, che domenica in un’intervista al Fatto ha
raccontato di quando, ai tempi di Renzi sindaco, inviava le fatture
direttamente a Palazzo Vecchio. Ieri, lo stesso ristoratore, assediato da
telecamere e cronisti, ha detto all’Ansa: “Non parlo con nessuno, non dico
proprio nulla; è tutto il giorno che squilla questo telefono. Lasciatemi
lavorare, per favore”. I magistrati contabili avevano già acquisito parte della
documentazione relativa alle spese di rappresentanza, ma estenderanno ora l’inchiesta
ad altre voci contabili per verificare l’intera gestione amministrativa. In
giornata si è mossa anche l'opposizione in Comune. Il consigliere Tommaso
Grassi di Sel durante i lavori dell’aula ha chiesto al sindaco Dario Nardella
di rendere trasparenti le spese dell’attuale giunta e della precedente. “Renzi
noi lo conosciamo bene, già in Provincia ha mostrato ottime performance, ma
stamane ha risposto al Fatto, che gli chiedeva di rendere pubblici i suoi
scontrini, di averli già messi online”. Noi, ha proseguito Grassi, “siamo andati
a cercarli: inutilmente”. Quindi, ha concluso, “rispetto a quello che è stato
fatto dall'ex sindaco Marino – che ha indicato voci di spesa dettagliate con la
massima trasparenza – chiediamo che altrettanto facciate lei e Renzi: ci uniamo
alla richiesta del Fatto e le chiediamo di rendere tutti gli scontrini
trasparenti al massimo, visto che al momento di trasparente c'è ben poco”.
Nella attesa (fiduciosa) delle ricevute dettagliate,
ricordiamo quelle che Grassi chiama le “ottime performance” di Renzi quando era
in Provincia. Anche su quelle la Corte dei conti e la Procura aprirono
un’inchiesta contestando inizialmente “spese pazze” per 20 milioni di euro,
dieci dei quali per una società creata ad hoc per divulgare il suo verbo:
Florence Multimedia. Rimanendo nel parallelo con l'ex sindaco di Roma Marino,
finito nei guai per viaggi e pasti. Lino non è l'unico ristorante in cui Renzi
riusciva a spendere oltre mille euro per un pasto. Al Cibreo, ad esempio, uno
dei più rinomati della città, il 23 maggio 2008 raggiunge i 1.260 euro. Fattura
inviata in Provincia e pagata attraverso bonifico. Alla Taverna del Bronzino
lascia 1.855 euro mentre al Caffè Nannini –una pasticceria – versa in un sol
colpo 1.224 euro. Impossibile conoscere causale e commensali perché non sono
stati indicati all'epoca e perché a oggi, nonostante più volte chiesti, Renzi
non risponde. Così come il fidato capo gabinetto Giovanni Palumbo – oggi a
Palazzo Chigi – che ha firmato decine e decine di delibere per i rimborsi spese
del presidente che aveva a disposizione anche una carta di credito con un
limite di spesa mensile di 10 mila euro. Nell'ottobre 2007, però, Renzi riesce
a farsela bloccare. Durante un viaggio negli Stati Uniti, infatti, la carta
viene sospesa a garanzia di un pagamento da parte di un hotel a Boston e così
Renzi è costretto a pagare di tasca propria 4.106 dollari – al cambio
dell'epoca 2.823 euro, all'hotel Fairmon di San Jose, in California. Qui
pasteggia ad aragoste. Appena torna in Italia si fa restituire la somma con una
delibera firmata il 12 novembre. Solo per questa trasferta oltreoceano, le
casse della Provincia spendono 70 mila euro: non si sa per quante persone né
quali. Un'altra missione in California, ma questa volta a Santa Clara per
“attività internazionali” costa alle casse dell'ente 26.775,82 euro per sei
giorni: dal 2 all'8 novembre. Ma in questo caso l'obiettivo del viaggio è
specificato: incontrare i rappresentanti delle aziende Cisco e Apple e
verificare lo stato di avanzamento delle attività avviate con il Mit,
Massachusetts Institute of Technology. Che però è a Boston. Nel 2009, dopo aver
vinto le primarie come candidato sindaco del Pd alla guida di Firenze e prima
però del passaggio da un Palazzo all'altro, Renzi vola di nuovo in America a
spese della Provincia. Questa volta si fa accompagnare dal fidato Marco Carrai
e da un assessore. Spendono 45 mila euro. Va nella speranza di incontrare il
neoeletto presidente Barack Obama. Non riesce. Ma da oltreoceano fa sapere che
l’ha invitato a Firenze.
Sulla
vicenda è ancora aperto un fascicolo in procura scaturito da un esposto
presentato dall’avvocato Carlo Taormina per conto di Alessandro Maiorano,
dipendente di Palazzo Vecchio e grande accusatore di Renzi. Proprio oggi
Taormina sarà ricevuto dal gip Alessandro Moneti in merito all’inchiesta.
Nessun commento:
Posta un commento