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mercoledì 23 settembre 2015

VOLKSWAGEN, adesso la Germania paghi


Il Movimento 5 Stelle dice si al rigore tedesco. No, non siamo diventati pazzi, chiediamo che la stessa inflessibilità che la Germania ha imposto a tutta l'Europa con l'austerity e i parametri artificiosi del 3% venga adesso applicata a chi ha avvelenato volontariamente i cittadini europei. Stiamo parlando del caso Volkswagen.
La più importante casa automobilistica tedesca ha manipolato il software delle proprie auto diesel per truccare i dati delle emissioni dei gas di scarico. Ecco come e perché la Volkswagen ci ha avvelenato e cosa dovrebbe fare subito l'Unione europea per non essere considerata complice.
PERCHÉ?
Dichiarare che un veicolo produca basse emissioni aiuta a posizionare il proprio marchio sul redditizio mercato eco-friendly. Si chiama marketing consapevole e sempre più aziende lo utilizzano per migliorare la cosiddetta brand image. Un cliente che fa un acquisto consapevole (che non inquina, che non fa male alla salute, che porta con se valori etici) è più felice e motivato e tende a ripetere l'acquisto.
Inoltre, dichiarare che un'auto consuma meno è una strategia di vendita molto sfruttata, perché attribuisce convenienza al proprio acquisto nel lungo periodo. Se una automobile consuma meno, allora nel tempo il cliente risparmierà sul carburante.
I manager di Volkswagen hanno mentito scientificamente per vendere di più.
COME?
Se la Volkswagen ha imbrogliato negli Stati Uniti, allora sorge il dubbio che lo abbia fatto anche in Europa dove limiti sono molto più stringenti. Il meccanismo di omologazione di un'automobile funziona così: immaginate di mettere il motore di un'auto su un tavolo. Lì viene acceso e fatto funzionare. I dati prodotti (emissioni e consumi) vengono scritti su un certificato di conformità che - secondo la direttiva europea 2007/46 è una dichiarazione da parte del fabbricante che il veicolo è conforme ai requisiti di omologazione dell'Unione europea. Quindi il motore di un'auto viene omologato dalla casa automobilistica sulla base dei dati essa stessa fornisce. Poiché dell'industria automobilistica non ci si può più fidare, come dimostra il caso Volkswagen, l'Unione europea dovrebbe avocare a se tutti i controlli e fare delle verifiche ex post sui veicoli.
Prima l'associazione indipendente europea Transport & Environment ha acceso un faro sui trucchi utilizzati dalle case automobilistiche, poi una inchiesta di Altroconsumo hanno svelato i tantissimi metodi per alterare i valori delle emissioni inquinanti. Eccoli:
- ridurre il peso del veicolo eliminando gli accessori di serie.
- utilizzare dei lubrificanti speciali che rendono il motore più efficiente (peccato pero che - questi praticamente non esistono in commercio e dunque nessuno li utilizza).
- l'alternatore viene scollegato cosi da ridurre i consumi energetici.
- auto viene sigillata dal nastro adesivo così da minimizzare la resistenza all'aria.
- i pneumatici vengono gonfiati fino al 50% in più.
L'associazione Altroconsumo ha fatto analizzare in un laboratorio indipendente due veicoli, una Panda 1.2 e una Golf 1.6 TDI, e il risultato è stato incredibile: i consumi e le emissioni della Panda erano più alti del 18%, quelli della Golf del 50%.

Gli automobilisti sono stati ingannati e i cittadini avvelenati perché lo smog che queste auto producono fuori legge è responsabile della morte prematura di 65 mila persone l'anno, secondo il rapporto Ue sulla Qualità dell'aria 2013. I costi sanitari stimati sono di circa 150 miliardi.
CHE FARE?
I portavoce del Movimento 5 Stelle Europa si sono mossi subito. Piernicola Pedicini ha presentato una interrogazione urgente alla Commissione europea, mentre Eleonora Evi ha chiesto che tutte le automobili in circolazione in Europa vengano sottoposte a controlli indipendenti e pubblici.
Bisogna cambiare le regole di omologazione prevedendo una real drive emission: i test sulle auto devono essere eseguiti quando sono in strada per il calcolo reale delle emissioni e devono essere eseguiti da una Agenzia indipendente e non dalle case automobilistiche stesse.
Se l'Unione europea fosse davvero imparziale e al di sopra delle parti chiederebbe 150 miliardi di euro di risarcimento a TUTTE le case automobilistiche che hanno inquinato illegalmente. Se non interviene (o fa finta di intervenire con i soliti maquillage per rassicurare l'opinione pubblica) dimostra di tutelare le lobby automobilistiche e gli interessi economici tedeschi che in questo mercato sono enormi.

La Volkswagen ha truccato i test delle emissioni negli Stati Uniti. E se lo ha fatto anche in Europa? La portavoce Eleonora Evi spiega in questo video cosa dovrebbe fare la Commissione europea.

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