Grillo: “Maledetto, sei il leader”
Quasi una incoronazione
Mentre il Senato dice no anche a
calendarizzare le unioni civili
Il Grillo in formato da governo parla poco e piano, si
definisce “molto moderato”. Ricorda a tutti che il reddito di cittadinanza è la
bandiera dei Cinque Stelle, e quindi diffidare delle imitazioni. Assieme al
cofondatore Gianroberto Casaleggio, assicura agli ambasciatori di sette paesi
scandinavi che “il M5s non è schiacciato sulla Russia di Putin e non è contro
la Nato”. Soprattutto, incorona Luigi Di Maio come il candidato premier che
verrà, con una frase che pare uno scherzo e invece può essere il futuro:
“Maledetto, sei il leader”.
Beppe Grillo a Roma, in versione già elettorale. L’artista
che doveva essere “un po’ stanchino” torna nella Capitale, innanzitutto per
rimettere i paletti attorno al reddito di cittadinanza. Il M5S teme di essere
scippato del suo tema simbolo, dopo un’estate in cui anche il viceministro
all’Economia Enrico Morando ha aperto a un reddito minimo. Sel ha una sua
proposta, la minoranza dem anche, e Maurizio Landini ne riparlerà sabato
nell’assemblea di Coalizione Sociale, in vista della manifestazione contro la
povertà del 17 ottobre, organizzata da Libera.
Così il volto dei 5Stelle riappare per riprendersi lo
stendardo. Ne discute a profusione anche a pranzo, quando assieme a Casaleggio
incontra gli ambasciatori di sette Paesi del Nord Europa: Lettonia, Finlandia,
Svezia, Norvegia, Lituania, Estonia e Danimarca. A organizzare tutto, l’ambasciatore
finlandese. A tavola piovono domande sulla natura e il funzionamento del M5s. Grillo
racconterà poi: “Pensavano che dicessi parolacce e saltassi sul tavolo, hanno scoperto
che sono molto moderato”. Mentre Carlo Sibilia, membro del Direttorio, spiega:
“Abbiamo ottimi rapporti con le ambasciate di quei Paesi, studiano il nostro
sistema di democrazia diretta. Ma nell’incontro si è parlato molto anche di
reddito di cittadinanza, esiste in tutte quelle nazioni”. Dai diplomatici,
anche domande sulla Russia, e su quel Putin che il M5s ha spesso difeso. E i
diarchi giurano che il M5s non è la sua voce. Ci si alza da tavola. Casaleggio riparte
per Milano, Grillo approda in Senato, per la conferenza stampa sul reddito. Ma
il pranzo non deve essere stato leggero. Così trascorre mezz’ora in bagno, e ci
scherza su, storpiando il finlandese: “Non mangiate silakat suomalaiseen
tapaan”. Poi è la conferenza. Il M5S ricorda i numeri del suo reddito di
cittadinanza: 14,9 miliardi l’anno per dare 780 euro a 9 milioni di italiani
sotto la soglia di povertà, più due miliardi per la revisione dei centri per
l’impiego. Di Maio assicura: “I soldi ci sono, si possono trovare 20-30
miliardi dai 130 della spesa per beni e servizi, dove si annidano gli sprechi”.
Grillo gli lascia tanti minuti, la scena. E il vicepresidente della Camera
sfida Renzi: “Il governo ci dia un segnale entro dicembre, metta il nostro reddito
di cittadinanza da 17 miliardi nella legge di stabilità. Sarebbe la legge più
bella”. Quindi, votabile. Nel frattempo l’aula del Senato boccia la proposta
del M5S di calendarizzare subito il reddito di cittadinanza, fermo in
commissione Lavoro da tempo. E dice no anche alla calendarizzazione delle
Unioni civili, ormai un guaio per la maggioranza. “Il reddito si può fare anche
passando prima per la Camera” rilancia Di Maio. Ma attacca la maggioranza:
“Sono immobilizzati”. Grillo se lo culla con gli occhi. Poi si avvicina al
microfono: “Sono qui come specchietto per le allodole, sono il meno preparato”.
Racconta: “Gli ambasciatori volevano sapere cos’è il M5s, ma come fai a
spiegare cos’è il jazz?”. Lancia l’appello: “Siamo pronti, dateci fiducia”. Poi
quella frase, ridendo, a Di Maio: “Maledetto, sei il leader”. Il deputato ride
anche lui, imbarazzato. Ma consapevole.
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