"Una
tassa per salvare l'Europa. L'ultima idea per rilanciare il sogno europeo,
fiaccato da errori ed egoismi, arriva dal ministro tedesco delle Finanze
Wolfgang Schauble, lo stesso che nel nome dell'austerity ha contribuito ad
affossare le economie e le finanze di mezza Europa.
Il
settimanale Der Spiegel ha pubblicato un articolo rivelando i
piani della Germania per far fronte alle future emergenze di bilancio dei Paesi
membri. La Germania vuole evitare che il salvataggio della Grecia faccia scuola
e che altri Paesi utilizzino questo precedente per provare a rinegoziare il
proprio debito.
VIDEO Il piano B per l'uscita dell'Italia
dall'euro
La
proposta di Schäuble inviata a Mario Monti, che da circa un anno e mezzo è a capo di un gruppo di esperti incaricati di
redigere una riforma delle risorse proprie dell'Unione europea, prevede
l'istituzione di una eurotassa. Le alternative proposte dalla Germania sono
due: ciascun Stato membro deve cedere parte delle risorse riscosse con l'Iva e
l'Irpef a livello nazionale, oppure l'introduzione di una tassa addizionale
sull'Irpef o sull'Iva di ciascun Stato membro.
Nel primo
caso, se la cessione di una parte della tassazione nazionale non comporti un
aumento della pressione fiscale generale ma sarebbe solo un travaso di risorse,
si aprirebbe uno scenario interessante. Alla causa europea contribuirebbero di
più, infatti, i Paesi con un forte mercato interno: un gettito maggiore di Iva
porterebbe più soldi nelle casse europee. La Germania, dunque, metterebbe finalmente
mani al portafoglio.
Tuttavia,
la seconda opzione proposta da Schäuble è quella che più probabilmente si
realizzerà. Difficile pensare che il campione degli interessi nazionali si
trasformi oggi in un federalista che agisce nel nome dell'equità e della
solidarietà.
Questa
idea di eurotassa è in continuità con le politiche di austerity imposte in
questi ultimi 10 anni e lo dimostrano i segnali che arrivano da Roma con il
taglio di 10 miliardi di euro alla sanità. L'austerity è un mix di politiche fiscali
fatte di aumento delle tasse e tagli al Welfare. Questa politica ha ampiamente
dimostrato il suo fallimento perché ha portato l'Europa alla stagnazione e alla
deflazione. Secondo il Fondo monetario internazionale ci vorranno 20 anni all'Italia per ritornare ai livelli di
occupazione pre-crisi. Perseverare sarebbe diabolico.
Oggi
l'Unione europea viene finanziata con:
- una
piccola percentuale del reddito nazionale lordo versato da tutti i Paesi membri
- una piccola percentuale della base imponibile dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) di ciascun paese dell'UE.
- una quota consistente dei dazi all'importazione sui prodotti provenienti dall'esterno dell'UE.
- una piccola percentuale della base imponibile dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) di ciascun paese dell'UE.
- una quota consistente dei dazi all'importazione sui prodotti provenienti dall'esterno dell'UE.
Il
mandato che ha il gruppo di esperti guidato da Monti è quello di pensare a
strumenti nuovi per finanziare il bilancio europeo attraverso "risorse
proprie", cioè come renderlo indipendente dai contributi degli Stati
membri. Per il Movimento 5 Stelle Europa il bilancio Ue si deve finanziare
attraverso una imposizione comunitaria che preveda una tassa sulle transazioni
finanziarie e la carbon tax. Adesso la Germania con questa nuova proposta vuole
tirare Monti per il loden e cambiare il suo mandato. Nel 2014 l'Unione europea
ha sostenuto spese per quasi 135 miliardi di euro. Di queste solo una piccola
parte sono andate a beneficio dell'Italia. Nel corso di questi ultimi anni, la
politica e l'amministrazione pubblica italiana si sono dimostrati totalmente
incapaci nel reperire e spendere i fondi europei messi a disposizione. E così
il saldo fra il dare e l'avere nel confronto fra l'Italia e l'Europa è sempre
negativo.
Nel 2014
l'Italia ha contribuito al bilancio europeo con 15,75 miliardi di euro,
ne sono ritornati indietro sotto forma di sussidi all'agricoltura, fondi strutturali
e di coesione, ricerca e sviluppo appena 12,5. Il saldo è negativo di ben 3,25
miliardi. Come si vede dal grafico negli ultimi 5 anni l'Italia ha perso con l'Europa
oltre 30 miliardi di euro nel
confronto fra spese effettuate e contributi incassati. In Spagna, invece, nel
2014 il saldo era attivo per ben 3,4 miliardi di euro.
L'eurotassa non ridurrà gli
squilibri interni all'Unione, anzi sembra studiata per
mettere ancora di più in difficoltà gli Stati del Sud Europa. Con i fondi
reperiti attraverso una imposizione diretta, l'Europa aprirebbe un nuovo fondo
da utilizzare in caso di emergenza in modo da garantire con i soldi pubblici le
banche (tedesche e francesi) più esposte verso i Paesi mediterranei. I
cittadini avrebbero un aumento del carico fiscale, già a livelli vergognosi. E
così le imprese italiane che oggi respirano grazie all'euro debole
ritornerebbero a essere meno competitive rispetto a quelle tedesche e del Nord
Europa.
Non a
caso a realizzare questo progetto egemonico è stato scelto Mario Monti,
l'uomo-Figaro che tutti hanno cercato, tutti hanno voluto per fare barba a
capelli all'Italia. L'obiettivo della Germania è quello di arrivare
all'istituzione di un super ministro europeo delle finanze con poteri di veto
sui bilanci dei Paesi euro e con potere di imposizione fiscale su tutti quelli
che non fanno "i compiti a casa". Così facendo si invertirebbe il sacrosanto
principio no taxation without representation.
Con
l'eurotassa la Germania intende raschiare il barile delle economie mediterranee
già occupate con l'espansione della sua bilancia commerciale. Dopo aver invaso
con i propri prodotti i mercati dei Paesi europei adesso, tramite le
Istituzioni europee, laGermania vuole approvvigionarsi
direttamente alla fonte con la tassazione diretta.
Con il
Movimento 5 Stelle al governo questa eurotassa non ci sarà mai!" M5S Europa
Nessun commento:
Posta un commento